Sull’incantevole isola di Tavolara, nella Sardegna nord-orientale, in Gallura, si trova un piccolissimo cimitero che può fregiarsi del titolo di cimitero più piccolo del mondo.
Alla fine del Settecento, il genovese Giuseppe Bertoleoni, raccolse le sue cose e con la sua famiglia si procurò una piccola barca, andando alla ricerca di nuove terre in cui vivere. Costeggiò la Corsica e giunse presto presso l’arcipelago di La Maddalena, dove lasciò la prima moglie.
Con la seconda continuò il suo viaggio fino a quando non scorse un magnifico isolotto. Una possente mole di pietra calcarea e granitica che emergeva, come da un sogno, fra le acque limpide e azzurre del mare sardo: la bellissima isola di Tavolara.
Bertoleoni si sentì subito un re sulle potenti scogliere della nuova terra, completamente disabitata, e non ci mise molto a stabilirsi qui con la sua compagna di vita costruendo una casetta, coltivando l’orto e allevando le capre selvatiche. Il destino volle che, nel 1836, passasse da quelle parti un vero re, Carlo Alberto di Savoia, che si incuriosì molto di quel luogo su cui nessuno sapeva dargli informazioni sufficienti.
Si favoleggiava che vi abitasse un pastore, principe del mare, che allevava misteriose capre dai denti d’oro. La curiosità crebbe a tal punto che il Sovrano decise di recarsi di persona a verificare le storie che si raccontavano sull’isola. Sbarcato dunque sulle sue spiagge rosate, Carlo Alberto si presentò come il Re di Sardegna al Bertoleoni che, altrettanto fieramente, affermò: “E io sono il re di Tavolara“.
Il Savoia, convinto dalla bellezza dell’isola e dalla principesca ospitalità dei Bertoleoni, si fermò circa una settimana e promise al suo unico abitante di riconoscere l’indipendenza di quella terra. Detto fatto, non molto tempo dopo, giunse alla prefettura di Sassari una lettera firmata dal Sovrano in cui si riconosceva formalmente l’esistenza del feudo di Tavolara. Da allora Giuseppe Bertoleoni potè difendere il suo titolo di Re e così tutta la sua discendenza, che si fregiò dello stemma.
Oggi, camminando sull'isola, si può giungere al piccolissimo cimitero bianco dove è possibile vedere le tombe dei reali, con la loro araldica, sormontate da una corona. Accanto alla breve dinastia riposa anche Girolamo Sotgiu, professore di lettere, che amava tanto l’isola al punto di voler essere sepolto qui.
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