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Inaccessible Island - L'Isola inaccessibile


Inaccessible Island

Nell'arcipelago di Tristan da Cunha, nell'oceano Atlantico, esiste un'isola disabitata chiamata Inaccessible Island, che è formata da un vulcano estinto. Estesa per circa 5,7 km da est ad ovest e per 4,6 km da nord a sud, per una superficie complessiva di circa 14 km², dista 20 km dall'isola Nightingale, 40 km da Tristan da Cunha e 400 km dall'isola Gough.


Il primo avvistamento dell'isola risale presumibilmente al gennaio 1656 da parte della galeota olandese "t Nagtglas", comandata da Jan Jacobszoon, in esplorazione nell'arcipelago.


Fu probabilmente chiamata col nome attuale dal capitano francese d'Etchevery della nave Étoile du Matin, che nel 1778 transitò nei pressi delle coste; secondo altre fonti il nome deriva dagli appunti presi da alcuni marinai che, sbarcati sull'unica spiaggia dell'isola, la definirono inaccessibile perché impossibilitati ad inoltrarsi nell'interno, data l'impervietà dei rilievi.


Il 23 luglio 1821 vi naufragò la nave britannica Blenden Hall della Compagnia britannica delle Indie orientali con a bordo 22 passeggeri e 28 membri dell'equipaggio; i superstiti trascorsero 16 settimane sull'isola fino a quando la nave Nerinae non li soccorse l'11 gennaio 1822. Altri naufragi coinvolsero la nave britannica Shakespeare nel 1883 e la Helen S. Lea nel 1897.


Intorno alla metà del XIX secolo l'isola veniva regolarmente visitata dagli abitanti di Tristan da Cunha a caccia di maiali e capre che vi erano stati introdotti all'inizio del secolo.


I fratelli Stoltenhoff, due tedeschi reduci della guerra franco-prussiana, si recarono sull'isola nel 1871 con l'intento di impiantarvi un commercio di pelli di foca; rimasero sull'isola per due anni ma, a causa del clima ostile e della penuria di cibo, abbandonarono la loro iniziativa e furono soccorsi nel 1873 dalla HMS Challenger che vi conduceva un'esplorazione scientifica.


Agli inizi del XX secolo vennero reintrodotte delle pecore e per un breve periodo si pensò di sfruttare l'isola per il guano; intorno agli anni '20 l'isola era regolarmente visitata per raccogliervi legname, pecore e il bestiame.


Nel 1936 vi fu un tentativo di insediamento: 14 persone costruirono un riparo e un magazzino e si dedicarono alla coltivazione delle patate, ma i raccolti furono deludenti e l'iniziativa venne abbandonata dopo due anni. Nei primi anni '50 tutto il bestiame che si trovava sull'isola venne portato via.


Ad oggi, l'unica attività economica che coinvolge le acque circostanti all'isola è la pesca dello Jasus tristani, un crostaceo della famiglia dei Palinuridae.

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