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Monte Athos - Il territorio autonomo della Grecia


Monte Athos

Avete mai sentito nominare il Monte Athos? Ufficialmente chiamato Stato Monastico Autonomo del Monte Athos, si tratta di una striscia di Grecia lunga circa 50 km, un territorio autogovernato dai monaci, che nelle terre sacre un tempo alle divinità antiche hanno costruito, sin dal Medioevo, la patria del monachesimo ortodosso. Chiamato un tempo dagli antichi marinai italiani Montesanto, ha rilievi calcarei alti intorno ai 500 metri e una parete bianchissima che sfiora i 2000.


In effetti il monte Athos, dove oggi sono attivi ancora 20 monasteri e vivono circa 1500 monaci, gode di uno statuto autonomo, garantito dall’articolo 105 della costituzione greca. L’amministrazione di questo territorio, abitato da secoli esclusivamente dai frati di fede ortodossa, spetta ad un comitato definito Sacra comunità, formato dai rappresentanti dei monasteri. Il collegio è presieduto alternativamente da un monaco di uno di essi.


Entrarvi non è affatto semplice. Risultano necessari speciali permessi, che forniscono un visto solo per alcuni giorni, allungabile per altri due o tre giorni. Precluso è l’accesso alle donne, per le norme estremamente rigide dei monaci, che le preservano fin dagli albori della comunità religiosa. Ha anche una bandiera a sé, con un’aquila bicipite nera su fondo giallo, dei francobolli, la targa automobilistica AO. L’unico mezzo per accedervi è il traghetto da Uranopoli.


L’origine più concretamente dimostrabile del monte Athos, come luogo di spiritualità, risale al Medioevo bizantino. Non mancano leggende, talvolta alimentate dagli stessi monaci, su un’origine da collocare addirittura al tempo di Costantino. Una raffigurazione ubicata nel cenobio di Karakàlos mostrerebbe addirittura l’imperatore Caracalla come fondatore dei luoghi sacri. Sappiamo però di un santuario dedicato ad Artemide, dove poi sarebbe sorta, all’incirca nel IX secolo d.C., la città principale della penisola, cioè Karyès.


Sappiamo anche di una particolare storia geografica della penisola dell’Athos. Secondo quanto narrato anche da Erodoto, il re persiano Serse avrebbe tentato di separarla dal resto del territorio, mediante lo scavo di un canale per far passare la sua flotta. Verifiche archeologiche hanno testimoniato che effettivamente una tale opera, seppure di durata breve, per il crollo successivo delle pareti laterali, effettivamente potrebbe aver visto la luce.


La principale città del Monte Athos, Karyès, funge da capoluogo: qui hanno sede le istituzioni della Repubblica Monastica, la tesoreria, gli alloggi dei rappresentanti dei vari monasteri, la farmacia, le poste, un piccolo ospedale, alcune botteghe e una foresteria. Vi risiede anche il Governatore dello Stato greco.


I monasteri sono di due tipi: i cenobi, dove i religiosi formano una stretta comunità governata da rigide regole, e gli idiorritmi, nei quali i monaci vivono di risorse personali, riunendosi solo per funzioni religiose e festività. L'abate eletto a vita (igúmeno) è assistito da un consiglio di monaci (epitropía). Vivono monaci veri e propri (calógeri), novizi (díkmi) e conversi dediti a lavori manuali (paramikri); il monaco incaricato di accogliere visitatori e ospiti è detto archontáris.


Si devono poi aggiungere monaci eremiti che vivono in meditazione, preghiera e solitudine estrema. Sui monti, sulle pareti di roccia in grotte naturali o in celle inaccessibili vivono gli anacoreti. I sarabaiti formano gruppi di due/tre casupole isolate. Vi sono infine i "girovaghi", monaci mendicanti senza fissa dimora.

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