Perché nonostante sia una loro invenzione i francesi non usano il bidet? I primi esemplari di bidet sono comparsi in Francia fra il 1600 e il 1700. Bidet, in francese antico, significa “pony”, perché su entrambi ci mettiamo a cavalcioni, ed entrambi sono piccoli. La sua invenzione è stata attribuita a Christophe de Rosiers, ma non è noto quale fosse il suo mestiere. Si sa però che installò il primo esemplare nella reggia di Versailles, abitazione della famiglia reale francese.
L’invenzione si diffuse rapidamente, a palazzo: in pochi anni, se ne contavano già circa cento esemplari. Il successo, tuttavia, fu di breve durata. L’igiene personale, infatti, non era la prima preoccupazione dei reali francesi. Si dice che il Re Sole, consigliato dai medici, si astinesse dal lavarsi, per paura di contrarre malattie. Leggenda vuole che si sia immerso in una vasca da bagno per sole tre volte in tutta la sua vita. E che la leggendaria arte profumiera francese derivi propria da questa ripugnanza nobiliare nei confronti di acqua e sapone.
Potere delle lunghe derive sociali, nel ‘900, nonostante la cultura dell’igiene abbia fatto passi da gigante, in Francia il bidet è rimasto un oggetto sgradito. Così, a partire dagli anni ’70, si è scelto di eliminarlo dalle abitazioni, per ragioni economiche e di spazio. E chi rimoderna il bagno tende ad eliminarlo. Quindi, se vedete un bidet in una casa francese vuol dire che quella casa è antecedente agli anni ’70 e non è mai stata ristrutturata.
In Italia il bidet ha invece avuto fortune migliori. E anche qui il merito – o la colpa – è della storia. Si dice infatti che verso la metà del ‘700 Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, regina di Napoli, volle un bidet nella sua camera da letto, infischiandosene del fatto che in Francia fosse considerato un oggetto ambiguo. Fu grazie a lei, insomma, che si diffuse nel resto del paese. Anche qui, però, il processo non fu rapido. Pare infatti che nella seconda metà dell”800 i funzionari sabaudi che trovarono un bidet mentre facevano un inventario nella reggia di Caserta lo classificarono come un «oggetto per uso sconosciuto a forma di chitarra».
Comments