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Quando l'Australia perse una guerra contro degli uccelli


Quando l'Australia perse una guerra contro degli uccelli

L'Australia è riuscita a perdere una guerra contro degli uccelli? Sì, avete letto bene. Tutto ebbe inizio dopo la conclusione della prima guerra mondiale, nel 1918, quando ai veterani del primo conflitto mondiale vennero assegnati dei terreni per dedicarsi all'agricoltura nell'Australia occidentale.


Purtroppo, però, a causa della Grande Depressione nel 1929 molti contadini veterani videro il prezzo del grano calare vertiginosamente e, se non supportati, minacciarono il governo di non consegnare più la materia prima.


I problemi non finirono qui, dato che nel territorio arrivarono 20.000 emù che migrarono in questa zona dopo la fine della stagione riproduttiva, consumando e distruggendo molti raccolti. Non solo: danneggiarono anche le recinzioni intorno a loro permettendo ad altri animali selvatici di entrare.


A quel punto, gli agricoltori, disperati, si rivolsero al governo e chiesero di poter utilizzare l'artiglieria pesante (come fucili e mitragliatrici) contro gli uccelli. Il ministro della difesa, George Pearce, accettò, ma a patto che le armi venissero usate solo dal personale militare e che gli agricoltori avrebbero pagato cibo, alloggio e munizioni per i soldati.


Le operazioni iniziarono nel 1932: le forze militari erano guidate dal maggiore Meredith della settima batteria pesante della Royal Australian Artillery, mentre i soldati erano equipaggiati con due mitragliatrici Lewis e 10.000 colpi. I primi tentativi non andarono a buon fine e, anzi, quando gli uccelli erano circondati tendevano a dividersi in gruppi più piccoli, così da rendere difficoltosi gli attacchi nemici.


Le cose non andarono per nulla meglio e, dopo sei giorni, erano stati uccisi soltanto 50 emù. Il maggiore Meredith, sorpreso dalla loro tenacia, li paragonò ai guerrieri Zulu del Sudafrica per la loro velocità. Dopo che i militari si riorganizzarono, riuscirono ad uccidere in due giorni circa 40 emù. Il 10 dicembre la conta dei morti era di 986 emù con 9.860 proiettili e, secondo il maggiore Meredith, 2.500 furono feriti mortalmente.


Il problema non venne però risolto in nessun modo e nel 1934, 1943 e 1948 gli agricoltori chiesero nuovamente aiuto al governo, che stavolta decise di rifiutare le richieste. Alla fine gli emù non vennero mai sconfitti, e attualmente in Australia ce ne sono circa 600.000-700.000.

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