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Quando il Kaiserslautern vinse lo scudetto da neopromossa


Kaiserslautern

Città tipicamente tedesca, Kaiserslautern è uno dei centri più importanti della Renania-Palatinato, a 70 chilometri da Magonza. Qui si vive grazie a industrie meccaniche, di tabacco, tessili, di legno e, naturalmente, birra. In questa città, oltre un secolo fa, è nato il Kaiserslautern, che negli anni Novanta riuscì in una clamorosa impresa, ossia quella di vincere la Bundesliga da neopromossa sotto la guida di Otto Rehhagel arrivando direttamente dalla Zweite Liga.


Passare dalla panchina del Bayern Monaco ad allenare nella seconda divisione tedesca, avendo già uno status nobile dopo aver scritto la storia del Werder Brema per 15 anni, è una di quelle scelte che lì per lì non si possono spiegare. Ecco, quando Otto Rehhagel nel luglio del 1996 ha accettato di ripartire dalla Zweite Liga con il Kaiserslauten, quasi tutti hanno storto il naso. Due anni dopo, quando ha vinto il Meisterschale più incredibile di sempre, ha fatto ricredere in molti.


Già nella sua carriera da giocatore, Rehhagel era stato per sei anni al Kaiserslautern. Nel 1996 è tornato in una veste diversa, manageriale, con la squadra sorprendentemente retrocessa. Alla guida del club il presidente Friedrich, che era stato suo compagno di squadra. Una decisione presa dopo che la stagione 1995/96 era stata disgraziata sia per lui che per l’FCK.


Rehhagel era reduce dalla bocciatura come allenatore del Bayern Monaco, uno dei rari fallimenti della sua carriera - anche se forse non pareggia il 12-0 subito dal Gladbach quando guidava il Borussia Dortmund negli anni ‘70 - in un ambiente troppo diverso dal suo modo di essere e di lavorare. Il club, invece, vince sì la DFB-Pokal, ma allo stesso tempo termina terzultimo in Bundesliga, al termine di una lotta serrata con il Bayer Leverkusen. Proprio con quest’ultimo ha giocato l’ultima partita, pareggiata 1-1. Due punti di gap decisivi per la retrocessione.


Cinque anni prima, trascinato dai goal di Stefan Kuntz, il Kaiserslautern si era laureato campione di Germania per la terza volta, la prima dagli anni ’50 del mito Fritz Walter, a cui oggi è intitolato lo stadio. D’improvviso, la squadra si è ritrovata a dover ripartire dalla seconda serie. Senza rivoluzioni, cercando di dare continuità. Tornare al piano di sopra è stata poco più che una formalità: miglior attacco con 17 reti in più della seconda, seconda miglior difesa, +14 sulla quarta classificata. Un dominio con una squadra fuori categoria, nella quale Rehhagel aveva anche richiamato Wynton Rufer, il bomber del suo Werder Brema all’inizio degli anni ‘90.


In quella rosa c’era la base della squadra che l’anno successivo, semplicemente con un paio di aggiunte mirate, avrebbe riscritto la storia. Continuità: giocatori di primo piano come Brehme, Kuka, Marschall, Schjønberg, Reinke, sono tutti rimasti. Nessuna rivoluzione, nessun mercato faraonico. Soltanto un acquisto un po’ sopra le righe in termini economici: Ciriaco Sforza, centrocampista svizzero arrivato dall’Inter, o meglio, tornato dopo la prima esperienza tra il 1993 e il 1995, prima di seguire Rehhagel al Bayern.


Ai nastri di partenza di quella Bundesliga c’erano il Borussia Dortmund campione d’Europa in carica reduce da grandi cambiamenti e con Nevio Scala in panchina, il Bayern Monaco che l’anno prima era ripartito per la seconda volta da Giovanni Trapattoni, il Bayer Leverkusen dell’apprezzatissimo tecnico Christoph Daum e lo Stoccarda di Joachim Löw.


Uno degli uomini simbolo di quella retrocessione e risalita, il difensore danese Michael Schjønberg, alla prima giornata della stagione 1997/98 ha firmato con un colpo di testa la vittoria sul Bayern Monaco. Quello stesso Bayern che si era liberato di Rehhagel qualche mese prima, considerandolo inadatto. L’inizio di una cavalcata trionfale, di un campionato condotto in testa dalla quarta all’ultima giornata, vinto con 68 punti, una media secca di due punti a partita. Una quota che oggi sembra piuttosto bassa, ma non per i canoni dell’epoca: l’anno prima il Bayern aveva vinto il titolo a 71 punti, il Dortmund due anni prima agli stessi 68.

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