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Quando l'India si qualificò ai Mondiali


India World Cup 1950

Siamo nel 1950, in Brasile, e si rivedono finalmente i mondiali di calcio dopo 12 anni a causa del secondo conflitto mondiale. È il mondiale della mitica finale tra Uruguay e i padroni di casa del Brasile, passata alla storia col termine di "Maracanazo", dove contro ogni pronostico vinse l'Uruguay.


Questo fu anche il mondiale che vide il maggior numero di squadre ritirarsi dalla competizione: da una parte Germania Ovest e Giappone furono escluse in partenza, perché ritenute le maggiori responsabili della guerra, dall'altra ci furono appunto diversi ritiri da parte di alcune nazionali, come la Scozia, la Turchia, l'Austria e l'India.


Diversi furono i motivi di questi ritiri: la Scozia, ad esempio, si ritirò per puro onore, non accettando di essere arrivata dietro l'Inghilterra nel girone di qualificazione, mentre altre non erano in grado di sostenere i costi di un viaggio verso uno stato dall'altra parte del mondo.


C'è poi il curioso caso dell'India, tutto da raccontare. Nel girone di qualificazione gli indiani erano capitati con delle squadre - Birmania, Filippine e Indonesia - che si erano ritirate dal torneo perché non riuscivano ad organizzare le trasferte per cause economiche; grazie a ciò, vennero ammessi direttamente al mondiale.


L'India però non calpestò mai il terreno da gioco di un qualche impianto brasiliano. Sul perché di questa decisione sono molte le voci che sono circolate nel corso degli anni. La più famosa dice che i giocatori indiani volessero scendere in campo senza gli scarpini da gioco, perché abituati a giocare a piedi nudi, un fatto che le regole della FIFA non potevano accettare.


Al contempo l'India, uscita da poco dalla sottomissione coloniale della Gran Bretagna e forte del suo orgoglio nazionale, non aveva alcuna intenzione di sottostare alle regole imposte da una federazione che incarnava gli ideali europei colonialisti.


Vi è anche un fattore mentale che spinse l'India a rifiutare la partecipazione. Gli indiani, come gli inglesi, non consideravano il valore dei Mondiali pari a quello delle Olimpiadi. Per questo non furono disposti a sborsare i moltissimi soldi che il viaggio e il soggiorno in Brasile richiedevano.


Ci fu anche chi pensò che il ritiro fosse dovuto al girone di ferro in cui l'India era stata sorteggiata, ovvero con Paraguay, Svezia e Italia; quest'ultima aveva alzato al cielo le ultime due Coppe Rimet nel 1934 e nel 1938. Fatto sta che l'India, dopo quest'unica occasione, non si qualificò mai più ad un Mondiale.

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