Nella "corsa" all'Africa, avvenuta negli anni ottanta del XIX secolo, la Russia arrivò troppo tardi. L'unico ad ottenere l'incarico di fondare una colonia in Africa fu un avventuriero cosacco: fu proprio lui il protagonista del solo e breve insediamento russo nel continente nero.
Durante la conferenza di Berlino (1884-1885), Regno Unito, Francia, Olanda, Belgio, Spagna e Portogallo si spartirono il continente africano, lasciando in disparte paesi come Austria-Ungheria, Svezia, Danimarca, Italia, Impero ottomano e Impero russo. L'Italia protestò, riuscendo a ottenere alcuni territori. La Russia invece non ricevette nulla.
Tuttavia, nel 1888 il ministro imperiale russo Konstantin Pbedodonostsev fece sì che una missione speciale raggiungesse le coste del mar Rosso con lo scopo di creare una base coloniale. Egli sapeva che l'Etiopia era un impero con religione cristiana e forse si aspettava che gli abitanti del posto avrebbero accolto senza troppi problemi l'arrivo dei nuovi coloni russi ortodossi.
La scelta cadde su Nikolaj Achinov, un cosacco di Terek. Egli salpò dal porto di Odessa a bordo della nave Kornilov insieme ad altri 165 coloni, tra i quali c'erano anche 30 cosacchi. Questi arrivarono al porto di Alessandria d'Egitto, dove si imbarcarono sulla nave Lazarev che li condusse a Port Said, da cui salparono a bordo della nave mercantile Anfitrite, che il cosacco Achinov aveva affittato per proseguire il viaggio verso la terra promessa.
Già durante i primi giorni in terra africana, emerse il primo conflitto con la popolazione locale. Alcuni cosacchi rubarono del bestiame alla tribù dei Danakil, e finirono per sparare ai locali quando essi cercarono di riprendersi gli animali in proprio possesso. Dopo le lamentele del sultano di Tadjoura, Achinov consegnò alla tribù 60 franchi d'argento come compenso per quanto accaduto.
I russi decisero poi di cambiare luogo e il 28 gennaio 1889 giunsero a un vecchio forte egiziano abbandonato a Sagallo, vicino al golfo di Aden, nell'oceano Indiano tra lo Yemen, sulla costa meridionale della penisola araba, e la Somalia, in Africa. Lì vennero accolti cordialmente dagli abissini. L'imperatore etiope Giovanni IV accolse con gioia l'arrivo dei russi, convinto che lo avrebbero aiutato nella guerra contro gli italiani.
La colonia russa era piuttosto semplice: i monaci e i cosacchi occuparono un fortino e tutt'intorno vennero allestite delle tende. Achinov e i suoi uomini la ribattezzarono "Nuova Mosca" e realizzarono addirittura una nuova bandiera per questo territorio.
I francesi, che da tempo avevano allestito un insediamento ad Obock e nel 1883 avevano istituito un protettorato che comprendeva le zone che i russi avevano occupato, non si dimostrarono affatto d'accordo con la nascita della Nuova Mosca.
Nonostante i tentativi di Achinov di tranquillizzare i francesi, la notizia del nuovo insediamento russo non piacque a Parigi. Il governo francese chiese così spiegazioni alle autorità russe: l'ambasciatore russo a Parigi spiegò che Achinov non era un "inviato ufficiale della Russia".
Il 16 febbraio, davanti a Sagallo, si presentarono le truppe francesi guidate dal comandante Jean Baptiste Olry. Ad Achinov venne ordinato di abbandonare tutte le proprie armi e di lasciare quelle terre. Davanti al suo rifiuto, i francesi spararono dalle proprie navi 16 colpi di cannone contro l'enclave, uccidendo 8 cosacchi e ferendone altri 22. Ad Achinov non restò altro da fare che issare bandiera bianca.
Informato di quanto accaduto, il governo russo negò qualsiasi legame con Achinov. Lo zar Alessandro III, infatti, non aveva alcuna intenzione di far nascere problemi con Parigi, che stava per rilasciare un importante prestito alle casse russe. Lo zar vietò alla stampa ufficiale di raccontare la vicenda; Achinov venne accusato di pirateria e disobbedienza allo zar, e fu incarcerato per alcuni mesi. Quando venne scarcerato, fece inaspettatamente ritorno in Abissinia.
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